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domenica 11 giugno 2017

L' omaggio di Lucia Sardo a Felicia Impastato Un incontro con la “madre dei ragazzi”

Emozionante e intenso lo spettacolo teatrale ‘La madre dei ragazzi’ portato in scena in questi giorni nel cinema Diana a Ispica da Lucia Sardo per rendere omaggio a Felicia Impastato, madre di Peppino Impastato giornalista ammazzato dalla mafia nel 1978. Lo spettacolo tratto dal film ‘I cento passi’ di Marco Tullio Giordana ha raccontato il coraggio di questa madre che è andata contro il marito, la sua famiglia e il suo ambiente  pur di far emergere la verità e le responsabilità di Cosa Nostra nell'omicidio del figlio che inizialmente le istituzioni volevano far passare come suicidio.
Lucia Sardo ha invitato più volte noi ragazzi a rintracciare nella nostra vita il filo d’Arianna e a ritrovare noi stessi lontano da cellulare, giochi virtuali, banalità e pubblicità online e reali. “Il mondo - ha detto -  ci propina in continuazione schemi di morte. Voi ragazzi dovete scegliere ogni giorno tra la luce e il buio e non lasciate che siano gli altri a scegliere per voi. Siate voi i cocchieri della vostra carrozza”. 
La Sardo ci ha anche raccontato del giorno in cui Marco Tullio Giordana l’ha accompagnata a casa di Felicia Impastato. “Arrivata a Cinisi mi resi conto che quell’aeroporto era  stato costruito in un luogo pericoloso. Ma  questo evidentemente non importava a nessuno. L’unica priorità della politica corrotta e delle istituzioni corrotte o conniventi – ha raccontato ancora la Sardo -  era stata quella di scegliere  i terreni di proprietà dei mafiosi che quindi con l’esproprio per l’aeroporto si sono arricchiti. Non si potevano scegliere altri terreni magari pianeggianti. Peppino aveva lottato tanto contro gli affari mafiosi che avevano fagocitato la costruzione dell’aeroporto ma a nessuno era importato nulla. In quell’aeroporto  non è possibile per un pilota fare il minimo sbaglio perché lo schianto sarebbe inevitabile in quanto nelle immediate vicinanze dell’aeroporto ci sono da una parte il mare e dell’altra le montagne”. 
Lucia Sardo ha poi anche raccontato tutti i dettagli dell’incontro con Felicia: “Nella casa di Felicia la prima cosa che mi colpì fu l’altare con tutti i libri e gli attestati del figlio Peppino, primi  fra tutti la pergamena della laurea postuma e il tesserino dell’Ordine dei Giornalisti. Anche questo postumo. Una sorte di altare laico per celebrare la forza e il coraggio della legalità. In quella casa di via Umberto a Cinisi, io imparai l’ascolto. Felicia riusciva a carpire l’ascolto del volto che aveva di fronte. Ogni mattina si svegliava alle 5 per ripetersi fino alla 7 tutte le storie del figlio e le vicissitudini legali successive alla sua morte. Non era timida ma timidamente mi disse: ’Devi fare conoscere la storia di mio figlio a tutti’. Tornai a nutrirmi alla casa di Felicia – continua nel suo racconto Lucia Sardo -  perché ribadisco che Peppino era frutto, ma radice era Felicia. Peppino era il figlio di Felicia Bartolotta  e non era Felicia la mamma di Peppino. Felicia aveva una natura fiera ed era pura energia. Negli anni 40 quando ancora le donne non avevano il diritto di voto lei ha avuto il coraggio di mandare al diavolo un matrimonio poco prima che si celebrasse. Per poi sposare il papà di Peppino. Uomo che si vergognava del figlio Peppino quando questi criticava i suoi amici mafiosi, primo fra tutti Tano Badalamenti suo padrino di battesimo  e primo boss mafioso di Cinisi. 
Gli amici possono annebbiarci la vita e gli affetti: cari ragazzi state attenti agli incontri. Gli occhi devono  cercare e vedere il bello: voi non andreste ad annusare i gabinetti pubblici”. 
Lucia Sardo ricorda pure le parole di Felicia riguardo alla possibilità del perdono: “Hanno fatto una mattanza non un omicidio, mio figlio con l’esplosivo fu fatto a pezzi. I carabinieri me lo portarono a casa dentro un sacco di plastica. E’ Dio che li deve perdonare”. 
Felicia si costituì parte civile contro la mafia e fu la seconda nella storia di Italia, nella storia dei processi contro la mafia in Sicilia. Prima di lei si era costituita la mamma di Turiddu Carnivali. Accanto a lei ci furono gli amici di Peppino che furono tutti schedati e pedinati come delinquenti. Hanno dovuto combattere contro istituzioni corrotte e burocrazia sciatta. Chinnici, Falcone, Borsellino che si trovarono dalla loro parte furono tutti ammazzati.  
Aveva la quarta elementare Felicia, ma ottenne  le scuse dallo Stato Italiano, insieme alla condanna di Badalamenti  come mandante dell’omicidio del figlio dopo 24 anni dalla morte. Fino a 88 anni ha raccontato ai ragazzi la forza degli ideali di dignità, pace e giustizia.  “Felicia - racconta ancora la Sardo- diceva ai ragazzi  ogni giorno e in ogni momento che la mafia non si sconfigge con le parole ma con la cultura. 
I primi anni in cui organizzava la manifestazione per gli studenti contro la mafia tutte le finestre di Cinisi rimanevano chiuse. La paura rende schiavi. Felicia nel 2000 ha visto il film ‘I cento passi’ al cinema con i ragazzi delle scuole che l’abbracciavano dinanzi alla scena del  funerale. Per questo lei è la madre dei ragazzi e non solo la madre di Peppino Impastato. Mi raccontava che tutti i mercoledì lei guardava il film di suo figlio e io piangevo per questo, mentre lei rideva e chiacchierava. Lei è proprio la madre dei ragazzi!”
Grazie Felicia Impastato, grazie Lucia Sardo.
Miriana Cappello 2°A Odonto

mercoledì 7 giugno 2017

Paolo Magri incontra gli studenti delle classi quinte Il professore Paolo Magri ospite illustre dell’Istituto Curcio

Giorno 19 Maggio 2017 le classi quinte dell’Istituto G. Curcio hanno partecipato ad un seminario-dibattito con il professore Paolo Magri, vicepresidente esecutivo e direttore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e docente di Relazioni internazionali all’Università Bocconi di Milano.
Per coinvolgere nel dibattito tutti i presenti, il prof. Magri ha chiesto agli studenti quale situazione internazionale li preoccupasse maggiormente e, tenendo conto delle loro risposte, ha affrontato, con l’ausilio di slide, le varie tematiche della politica internazionale,spaziando dall’America di Trump alla Russia di Putin, al Medio Oriente e affrontando i diversi problemi che attanagliano il nostro pianeta dall’immigrazione al terrorismo.
Alla domanda di uno studente su quale fosse, suo avviso, la crisi più preoccupante, il professore ha risposto che la situazione più critica è quella riguardante l’Europa, in particolare l’Italia con il grave problema dell’immigrazione. Infatti, poichè molti paesi hanno chiuso le frontiere, la penisola continua ad essere meta di continui sbarchi di profughi. Tale fenomeno è stato una delle cause che ha portato la Gran Bretagna ad uscire dall’Unione europea, da qui il termine BrExit che è l’acronimo di Britain Exit. 
Il professore Magri ha quindi illustrato le possibili conseguenze economiche dell’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea e si è soffermato sul destino dei numerosi giovani europei che al momento si trovano in Gran Bretagna per motivi di studio o di lavoro. Sarebbe grave se altri stati decidessero di uscire dall’UE in quanto la comunità europea si disgregherebbe. La Francia aveva annunciato che dopo le elezioni sarebbe uscita anch’essa, ma ha vinto il presidente Emanuel Macron che ha esplicitamente affermato di credere nell’Unione e non pensa assolutamente di chiudere la Francia in se stessa, ma di continuare come stato dell’UE.
A conclusione dell’incontro, certamente gli studenti hanno acquisito una maggiore consapevolezza delle dinamiche che muovono la politica internazionale e hanno apprezzato come il professore Magri sia riuscito ad affrontare tematiche di così grande portata con un linguaggio semplice e coinvolgente.
Giulia Nuzzo e Giosuè Sfragaro 5^B Odonto

lunedì 5 giugno 2017

Giovani giornalisti per l’ambiente: bubble tea, the taste of waste

L’ubica Hildebrandová è una professoressa di una piccola “eco school” nel cuore della Slovacchia, riconosciuta a livello internazionale perché si occupa  da ben cinque anni di programmi ambientali, come per esempio campagne per il riciclaggio dei rifiuti, per una corretta alimentazione, per la salute, per lo sviluppo sostenibile.  L’ultimo progetto per cui la scuola è stata premiata é“ the secret  of water”. La professoressa Hildebranova’ ci  ha chiesto di supportare i suoi  studenti  in un’altra competizione internazionale: Young reporters for the environment, una piattaforma dove i giovani, attraverso video, foto ed articoli trattano  e denunciano problematiche ambientali. Le sue studentesse Alexandra Anna Florekova  e  Natalia  Horvathova hanno realizzato un video dal titolo: bubble tea, the taste of waste!
Aprite il link e cliccate sul marchio rosso. Per loro è molto importante! Il video ci ha divertito ed incuriosito. Per questo, a lei e alle sue alunne abbiamo rivolto alcune domande.
What is Bubble tea?
Bubble tea is the name given to the wide variety of refreshing flavoured fruit teas and milk teas served ice cold or piping hot with chewy tapioca balls that you suck up through a big fat straw. Yum – It’s like a quirky snack and drink in one. The tapioca balls are sometimes referred to as “pearls” or “boba”, which some people say over time has evolved in to the world “Bubble” – isn’t it interesting how language can do that? However the true origins of the name  come from the small floating bubbles that are created by the vigorous shaking involved in making Bubble tea.
This new phenomenon spread rapidly to other Asian Countries before sneaking through the back door of the Chine towns all over North America (USA) and Australia.
What is the video of your students about?
Bubbleology is a lifestyle brand of bubble tea from UK which has recently become very popular among teenagers in Slovakia. Bubble tea attracts by bright colours and a tea-bar concepts. Its inseparable part, however, are plastic cups with a jumbo straw. They end up in landfills and produce mountains of waste. 
Bubble tea is a modern way of drinking tea. Served hot or cold, sipped through a fat straw, bubble tea has become a worldwide phenomenon. Young people love this tea for its taste, jelly balls at the bottom, and attractive appearance. Let’s have a look at what people think about it – this is our video:  about plastic cups which are more and more. Plastic cups end up in waste dumps and incinerators. These cups cannot be recycled. 
Since plastic cups are made of polypropylene, in Slovakia are not recyclable. Cups are recyclable only abroad and that’s very expensive.
Something more about your school
Jan Palarik Elementary School is a state rural school (district Trnava, region Trnava, country Slovakia). There are about 200 pupils and 17 teachers in the school. Our pupils are 6 to 15 years old. We work in various projects. We are an internationally certified Eco School. We have been working for 5 years in the Young Environmental Reporting Program. Each Year, we have various community action days with pupils – for example: Campaign for Less Waste, Eat Responsibly. Pupils work on various class and schools projects – for example: The Secret of Water, We Offer Health – From Garden, Nature and Region… The school also offers various opportunities for pupils – for example: music education (play on various musical instruments), visual arts, sports (especially football). We also focus on the culture and traditions of our region. Our pupils have the opportunity to work in the folklore ensemble Rozmarincek. This ensemble represents not only our school, but also the district and county at various folklore events and competitions within Slovakia.
Roberto Caschetto e Martina Petrolo 4°AO